Marina Keegan, il contrario della solitudine
La 22enne Marina Keegan era brillante, buona, idealistica, grintosa, tagliente e provocatoria aveva tanta voglia di vivere.
In uno dei suoi brevi racconti scriveva:
Vuoi andartene presto? No voglio avere il tempo di innamorarmi di tutto, e piango perchè la vita è così bella e così breve.
Incline alla procrastinazione e alle inevitabili tirate notturne, irritata dalle scadenze, dalla burocrazia, dai politici ottusi, dal divario tra pratica e teoria è la descrizione della giovane ragazza.
Purtroppo cinque giorni dopo essersi laureata con il pieno dei voti all’Università di Yale muore in un incidente stradale.
Quando una persona muore, uno degli aspetti più tragici è legato alle speranze, a quello che avrebbe fatto.
Marina aveva già fatto qualcosa, un intero corpus di scritti, nove racconti e nove saggi.
Era apprezzata e valutata dalla critica come una delle più importanti della letteratura americana.
Marina Keegan, il contrario della solitudine, breve commento.
“Il contrario della solitudine” è diviso in brevi racconti, dove in tutti si avverte una sottile tristezza e una ricerca di desiderio, tutti i finali sono tristi perfino tragici e nonostante le buone osservazioni, non penetrano, non li reputo estremamente interessanti.
Avrei preferito una varietà diversa.
Buona la scrittura con ricco vocabolario in cui si vede il potenziale della ragazza.
Purtroppo anche la sua vita è finita velocemente proprio come i suoi scritti.
Informazioni:
– Editore: Mondadori
– Pagine: 195
– Giudizio personale: ***/*****