Cari lettori e lettrici oggi presento la piccola recensione del romanzo per ragazzi e ragazze La storia di Marinella, una bambina del Vajont della scrittrice Emanuela Da Ros, in cui viene narrata la vita di Marinella e la storia del disastro del Vajont, una delle tragedie più gravi nella storia dell’ingegneria civile.

Trama La storia di Marinella, una bambina del Vajont

Marinella, è una bambina di soli dieci anni, conserva un vago ricordo della valle del Vajont prima che la sua tranquillità venisse interrotta dalla costruzione della diga. Aveva appena quattro anni quando gli operai iniziarono a scavare nel greto del torrente Vajont, a riempire di cemento le fondamenta e a condurre esperimenti che avrebbero avuto conseguenze devastanti per gli abitanti

Nella piccola comunità, gli adulti parlano incessantemente di ciò che sta accadendo, e la preoccupazione è palpabile nell’aria. Marinella nota che persino sua madre, Maria Luisa, è cambiata a causa di questa crescente inquietudine. Ogni piccolo rumore in casa sembra mandarla in uno stato di ansia e apprensione costante.

Le parole di Marinella, scritte con la sua grafia infantile su un quaderno di scuola, sopravvivono come una toccante testimonianza di quei giorni tumultuosi. Questo libro, nel quale la narrazione si svolge interamente in un unico giorno cruciale, il 9 ottobre 1963, rivela le vicende drammatiche che coinvolsero la giovane protagonista e i suoi concittadini. Mentre gran parte degli eventi narrati sono basati su fatti realmente accaduti, altri sono frutto della fervida immaginazione dell’autore.

Estratto La storia di Marinella, una bambina del Vajont

Ora passiamo all’approfondimento:

L’autrice offre una straordinaria prospettiva sulla forza incontrollabile della natura e sulla resilienza dell’umanità di fronte alla catastrofe. La voce narrante, la vivace e spensierata Marinella, ci trascina nelle profondità del suo mondo gioioso, con un amico che tanto le piace, regalandoci un’immersione autentica nella sua infanzia.

Contestualizzato nell’ombra incombente della diga del Vajont, il libro dipinge un quadro affascinante e commovente della comunità che vede crescere il pericolo che minaccia la sua stessa esistenza. Il progetto del Grande Vajont risalente al 1926 assume una dimensione spaventosa, mentre la narrazione ci spinge a riflettere profondamente sull’arroganza umana e sull’avidità che portarono a questa tragedia, un evento imprevedibile causato dalla natura, ma aggravato dall’errore umano.

Mentre la storia ci conduce attraverso gli eventi di quella terribile sera di ottobre del 1963, le parole sagge di Marinella e l’invito a coltivare l’altruismo, la generosità e la comprensione per un mondo apparentemente estraneo risuonano con forza. Questo libro non solo ci commuove, ma ci ricorda che la natura può reagire in modo spietato quando viene disturbata, ma anche che l’umanità ha la capacità di apprendere e di crescere, se solo impariamo a rispettare la nostra casa Terra e tutti i suoi abitanti.

Il disastro del Vajont, annoverato tra i più devastanti nella storia delle costruzioni, è un elemento centrale della narrazione, un triste ricordo che permea ogni pagina. Il testo è un tributo commovente alle vittime di quella terribile catastrofe e una testimonianza della resilienza umana di fronte alle tragedie più grandi.
Le parole di Marinella, la sua gioia di vivere e il suo ottimismo persistono nelle pagine di questa storia, insegnandoci che la speranza può risplendere anche nelle situazioni più buie.

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