La vita di vittorio arrigoni, nel libro Il viaggio di Vittorio di egidia beretta
Libri Recensione

La vita di Vittorio Arrigoni nel libro Il viaggio di Vittorio

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Febbraio 2, 2023

Il viaggio di Vittorio, libro di Egidia Beretta Arrigoni è il ricordo della vita di Vittorio Arrigoni, attivista per i diritti umani, in particolar modo del popolo palestinese, assassinato a Gaza nella notte tra il 14 e il 15 aprile 2011.

Il viaggio di Vittorio, trama del libro

Vittorio Arrigoni nasce a Besana in Brianza, da Ettore Arrigoni ed Egidia Beretta, genitori da sempre impegnati ad occuparsi anche dei problemi della comunità sociale.

Il figlio, cresciuto in una famiglia motivata dal desiderio di abbattere le ingiustizie che impediscono all’uomo di vivere una vita degna, già da bambino ha un forte altruismo e durante il percorso di studi era affascinato da Antonin Artaud, scrittore e poeta francese che passò buona parte della sua vita rinchiuso in manicomio,
partecipava al gruppo «Per Bulciago» dove condivide insieme ai partecipanti l’indignazione verso le ingiustizie.

Attorno ai vent’anni frequenta un nuovo gruppo Mir Sada (Pace ora), nel quale vengono organizzati viaggi per portare aiuti di vario genere nella ex Jugoslavia e comincia a farsi un’idea di cosa è veramente la guerra, la pace, la giustizia e l’ingiustizia.

Giustizia e ingiustizia diventano così un fondamento della sua vita e le parole di Che Guevara
Siate capaci di sentire nel profondo qualsiasi ingiustizia, commessa contro chiunque, in qualsiasi parte del mondo

e la morte dei giudici Falcone e Borsellino sono l’occasione in cui Vittorio si confronta sul senso dell’impegno civile, fino ai suoi esiti estremi:
Falcone e Borsellino sapevano che la loro determinazione poteva condurli alla morte, ma non si sono mai tirati indietro.
Per Vittorio è un esempio determinante.

Nelle pareti di casa ha attaccate alle pareti le loro foto e conserva nel cuore anche le figure di
– Gandhi, piccolo uomo capace di sconfiggere un impero;
– Martin Luther King, di cui aveva letto i discorsi;
– Rosa Parks, la donna che con il gesto apparentemente banale di sedersi su un autobus, nella zona anteriore riservata ai bianchi, diede inizio al movimento di liberazione dei neri americani;
– Muhammad Ali e la sua scelta di non partire per combattere in Vietnam, dichiarandosi pubblicamente obiettore di coscienza.

Nei primi viaggi di volontariato, Vittorio cerca la sua dimensione attraverso il lavoro in situazioni sempre difficili, mettendosi semplicemente al servizio degli altri, dei più deboli, offrendo la sua mano e la sua anima al servizio di opere benefiche:
ristruttura infrastrutture ospedaliere, abbellisce orfanotrofi, manutenziona conventi che ospitano senzatetto, centri sanitari per portatori di handicap, per bimbi resi di salute precaria dalle radiazioni di Chernobyl.

Queste esperienze gli donano un cammino di preparazione, interiore e concreto che porta la sua anima inquieta alla scelta definitiva di porsi totalmente dalla parte degli umili e degli oppressi, la pura essenza del vivere, che lo conduce fino in Palestina, come attivista per i diritti umani e portavoce di un popolo assediato, in quella Striscia di Gaza, terra di assurde contese, dove l’ingiustizia regna sovrana e ogni umano diritto calpestato.

Commento
Egidia Beretta, madre di Vittorio Arrigoni, nel libro descrive ed onora la vita del figlio al fine di mantenere viva la sua memoria ed ispirare altri a continuare la sua lotta per la pace e i diritti umani.

Egidia Beretta è fortemente motivata, coraggiosa e dedita a far conoscere la vita di Vittorio Arrigoni, lo fa con amore e col giusto orgoglio per un figlio,
tramite i suoi ricordi e la corrispondenza di missive scritte per mantenere i loro contatti a distanza in cui vengono espressi pensieri e sentimenti dettagliati e personali.

La lotta portata avanti come sostenitore attivo dei diritti umani e della pace in Palestina, lo fa soffrire, anche con la sofferenza fisica ma è intenzionato a spezzare le catene dei popoli oppressi.
In pochi anni questo attivista, rende nota la situazione del popolo palestinese molto di più di quanto si fosse fatto in anni e anni di chiacchiere e giornali, specialmente nel periodo «Piombo fuso».

Il sacrificio di Vittorio, un uomo buono, mite, che ha dedicato la sua giovane vita agli altri, per lenire e difendere le sofferenze dei diritti di un popolo calpestato dagli israeliani, rischiando ogni giorno, proprio come loro, la vita con le sole armi della non violenza, nei campi con i contadini, in mare con i pescatori, nelle ambulanze sotto le bombe.

Nel 2006, si è stabilito a Gaza, dove ha documentato la vita quotidiana della popolazione e denunciato le violazioni dei diritti umani perpetrate dall’occupazione israeliana.
Ci sono denunce di violazioni di palestinesi soggetti ad abusi da parte delle forze israeliane.
Queste denunce includono l’uso eccessivo della forza, l’arresto di detenuti palestinesi senza processo, la demolizione di abitazioni palestinesi, aver causato la morte di civili innocenti compresi i bambini.

Il 15 aprile 2011, Arrigoni è stato rapito da un gruppo estremista palestinese e ucciso.

La figura di Vittorio Arrigoni è da prendere come esempio di
coraggio e dedizione per i diritti umani e la pace,
incoraggiamento a vincere ogni egoismo e a dedicarci a questi ideali.

“A Vittorio e ai sognatori che non hanno mai smesso di sognare”.

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1 Comment
  1. Rispondi

    Enrica Masino

    Febbraio 2, 2023

    Una recensione super dettagliata per un libro che non conoscevo e che probabilmente non avrei mai scoperto se non fosse stato per te. La storia non deve essere delle più leggere ma sicuramente lascia molto ❤️❤️❤️

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