Tony è un giornalista in una piccola città, un uomo sempre infelice, triste, depresso e arrabbiato, con il mondo intero, indurito dalla vita perchè la giovane moglie è morta di cancro.
La mancanza del coniuge, il dolore e la rabbia lo trasformano in un misantropo con zero voglia di vivere.

La sofferenza vissuta nel profodo dell’anima la definisce un superpotere: “La mia vita sarà come voglio io, facendo ciò che voglio e potrò sempre suicidarmi. A chi importa? Non posso soffrire perchè potrò sempre suicidarmi“.

Pur continuando a guardare il video che sua moglie Lisa ha fatto per lui prima di morire, un decalogo di istruzioni dettagliate su come continuare a vivere senza di lei in cui lo implora di non crogiolarsi nel suo dolore, ignora tutti questi consigli, si trascina in giro per casa, al lavoro e in pubblico si scaglia contro chiunque.
Non si preoccupa di se stesso o di qualcun altro ma comportarsi come vuole si rivela difficile quando tutti cercano di salvare la brava e meravigliosa persona che era.
La svolta arriva quando qualcuno finalmente gli si pone davanti dicendogli chiaramente: “Solo perché sei arrabbiato non significa che tutti gli altri devono sentirsi arrabbiati e trattati male…”

In questo momento, l’intera serie cambia. Sebbene Tony non se ne renda ancora conto, è la chiamata di cui aveva bisogno per riconoscere che forse, andare in giro dicendo tutto ciò che viene in mente a spese di tutti gli altri non è un modo fantastico di vivere.

La miniserie Afterlife, composta da 6 episodi, mette in luce la tristezza provata dalla perdita del coniuge e l’importanza di affrontare e superare i problemi, passo dopo passo.
Il protagonista rimasto vedovo non è l’unico ad affrontare i problemi ma anche i suoi concittadini, ognuno ha i propri problemi.

La vita è preziosa perchè puoi guardarla di nuovo.

Quando capisci che non vivrai per sempre è quello che rende la vita così magica.

Potresti non sapere che è l’ultima volta, perciò devi fare ciò che ami con passione.

Voto: 7/10

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